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"Che cosa è la vita se non lo scorrere inesorabile del tempo che si consuma dietro fatti, avvenimenti, storie di persone che spesso si ripetono in maniera disordinata, in uno scenario di pace o di guerra, in un paese sperduto del mondo, una landa desolata, una terra di confine, una grande metropoli". Mario è un adulto disorientato, che vive la sua esistenza passivamente accettando un po' per timidezza un po' per inadeguatezza quello che la vita gli dà, come "una statua di cera costretta a vivere nella penombra, lontana dalla luce e dal calore del sole per paura di sciogliersi". Ritorna con il pensiero all'infanzia per ritrovare le cause del suo disagio e del suo malessere: la morte del padre quando lui ha solo otto anni; una madre premurosa e affettuosa che cerca di colmare il vuoto lasciato da quella figura importante. Ora che è adulto dà voce ai suoi pensieri dopo aver ascoltato per troppo tempo e condanna aspramente i politici corrotti che utilizzano la politica per soddisfare i propri bisogni tralasciando il bene pubblico, non condivide la legge sull'indulto e la speculazione dei più "scaltri-ricchi" a scapito degli "onesti-poveri". Romanzo d'esordio per Ennio Raffaele Benvenuto, che attraverso Mario condanna e giudica la nostra società, priva di valori duraturi e sinceri, in cui vige come in natura la legge del più forte.